L'opera di grandi dimensioni (10 chilometri per lato) è un progetto dell'Infn: sarà situata nel sottosuolo e permetterà di ascoltare l'universo in maniera diversa da quanto fatto finora
Sarà dedicato ad Elbert Einstein il telescopio che permetterà di analizzare le onde gravitazionali, il cui studio di fattibilità è stato presentato a Cascina (Pisa) al sito di Virgo, gestito dal consorzio italo-francese European Gravitational Observatory (Ego).
Il progetto "Einstein Telescope" (così si chiamerà il macchinario), dal costo poco inferiore a un miliardo di euro, rappresenta un'operazione paragonabile a quella del superacceleratore Lhc del Cern di Ginevra. Un'evoluzione, ha spiegato Michele Puntuto dell'Infn, coordinatore scientifico del progetto, "cruciale per ascoltare l'universo in maniera differente rispetto a quanto fatto finora e investigare anche oltre quella piccola frazione di materia che vediamo con i telescopi corrispondente a circa il 4%".
Il telescopio Et sarà realizzato nel sottosuolo di una zona a bassa attività sismica, a una profondità di circa 100 metri e avrà la forma di un triangolo equilatero di cui ciascun lato misurerà 10 chilometri. Una sorta di mega-osservatorio per capire gli effetti delle cosiddette catastrofi stellari, come per esempio le supernovae. Per la realizzazione sono stati individuati vari siti. Tra questi: una miniera ungherese che si trova a 100 chilometri da Budapest; in Spagna, in una località nei Pirenei; in Italia, a Lula (Nuoro) in Sardegna. Il piano presentato stamani a Cascina prevede 7 anni di sviluppo tecnologico relativi a laser, ottiche e meccanica necessaria per captare le onde. Nel 2018 dovrebbero cominciare i lavori di realizzazione dell'osservatorio che dovrà essere operativo nel 2025.
L'operazione è sostenuta dalla Comunità Europea, coinvolge Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna e Olanda. Complessivamente, aderiscono al progetto 220 ricercatori provenienti anche da Ungheria, Polonia, Spagna, Grecia, Stati Uniti e Giappone.
Il progetto "Einstein Telescope" (così si chiamerà il macchinario), dal costo poco inferiore a un miliardo di euro, rappresenta un'operazione paragonabile a quella del superacceleratore Lhc del Cern di Ginevra. Un'evoluzione, ha spiegato Michele Puntuto dell'Infn, coordinatore scientifico del progetto, "cruciale per ascoltare l'universo in maniera differente rispetto a quanto fatto finora e investigare anche oltre quella piccola frazione di materia che vediamo con i telescopi corrispondente a circa il 4%".
Il telescopio Et sarà realizzato nel sottosuolo di una zona a bassa attività sismica, a una profondità di circa 100 metri e avrà la forma di un triangolo equilatero di cui ciascun lato misurerà 10 chilometri. Una sorta di mega-osservatorio per capire gli effetti delle cosiddette catastrofi stellari, come per esempio le supernovae. Per la realizzazione sono stati individuati vari siti. Tra questi: una miniera ungherese che si trova a 100 chilometri da Budapest; in Spagna, in una località nei Pirenei; in Italia, a Lula (Nuoro) in Sardegna. Il piano presentato stamani a Cascina prevede 7 anni di sviluppo tecnologico relativi a laser, ottiche e meccanica necessaria per captare le onde. Nel 2018 dovrebbero cominciare i lavori di realizzazione dell'osservatorio che dovrà essere operativo nel 2025.
L'operazione è sostenuta dalla Comunità Europea, coinvolge Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna e Olanda. Complessivamente, aderiscono al progetto 220 ricercatori provenienti anche da Ungheria, Polonia, Spagna, Grecia, Stati Uniti e Giappone.
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